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"Per Napoli civile", "RiCostituente per Napoli", associazionismo civico, campo democratico e progressista, città, de Magistris, disagio, disuguaglianze, elezioni comunali, elezioni regionaali Campania, istituzioni, Marco Rossi Doria, Napoli, partiti, periferie, società "civile", tutela dell'ambiente
A fine luglio 2020 a Napoli si “mobilita” la società civile in vista delle elezioni comunali del 2021
Alla fine del mese di luglio qui a Napoli sono apparsi sui giornali e sui social due appelli, che hanno avuto se non altro il merito di vivacizzare minimamente un dibattito politico cittadino altrimenti del tutto asfittico e sonnacchioso.
Il primo, “Per Napoli civile”, ha visto la luce il 24 luglio scorso. Il secondo, “RiCostituente per Napoli”, appena qualche giorno dopo, il 31 luglio.
Sembrerebbe che i proponenti dei due appelli si siano dati appuntamento per uscire quasi in contemporanea; o – a voler vedere le cose con occhi un po’ più maliziosi – che abbiano fatto a gara (sapendo forse l’uno dell’altro) a chi usciva per primo.
Una prima riflessione/domanda sorge dunque spontanea: perché tanta fretta nel lanciare due iniziative che si propongono entrambe finalità e scopi che traguardano addirittura la primavera dell’anno prossimo? Difficile la risposta.
Seconda riflessione. Entrambi gli appelli si propongono di aprire una discussione in vista delle elezioni comunali a Napoli, previste per la primavera del 2021, mentre intanto è in corso una campagna elettorale per eleggere il nuovo consiglio e il nuovo Presidente della regione Campania (20 e 21 settembre prossimi).
E nessuno dei due vi fa minimamente riferimento, come se la questione non li riguardasse, come se i futuri assetti di governo in Regione Campania non avessero nessuna importanza e ricaduta per quelli futuri del Comune di Napoli. Domanda ovvia, persino banale: possibile che ai sottoscrittori dei due appelli sia sfuggita la scadenza elettorale campana mentre è in pieno corso?
Una terza riflessione sul merito di quello che i due appelli propongono, per chiedersi: cosa li unisce e rende affini, se non simili, e cosa li differenzia?
Li rende affini, a mio avviso, innanzitutto la comune chiamata alle armi, alla mobilitazione della società civile, in vista della scadenza dell’anno prossimo per la elezione del nuovo sindaco e per il rinnovo del Consiglio comunale di Napoli. Molto ecumenica ed enfatica nel primo appello, altrettanto (anche se un po’ meno) enfatica ma non altrettanto ecumenica nel secondo.
L’appello “Per Napoli Civile”, infatti, non si preoccupa di porre troppi paletti programmatici e vede nella partecipazione popolare, specie dell’associazionismo civico, l’unico vero antidoto alla crisi in cui versano la città, i partiti e le sue istituzioni.
L’appello “RiCostituente per Napoli” è meno enfatico: non pone la società civile in contrapposizione ai partiti; e soprattutto definisce se non altro un campo, per quanto generico, di coinvolgimento: quello democratico e progressista.
La seconda cosa che li rende affini è che entrambi si candidano a guidare la mobilitazione che intendono promuovere, anche se essa (almeno nelle intenzioni) è formalmente aperta a tutti (o perlomeno a tutti quanti ne condividano finalità e scopi).
E questa è, con tutta evidenza, una cosa che li rende affini, ma allo stesso tempo li fa divergere, perché li mette oggettivamente in competizione. Ciò potrebbe avere a che fare con la “fretta” e con la tempistica (fine luglio) quantomeno inusuale con le quali entrambi sono usciti.
Per il resto sono abbastanza diversi, sia nella forma che nei contenuti.
Il primo (“Per Napoli civile”) è molto stringato: si riduce ad una paginetta. Non fa quasi cenno a questioni di contenuto, quindi di programma e di schieramento.
I suoi sottoscrittori (a parte 4/5 nomi) non sono molto noti: segno di una scarsa capacità di coinvolgimento già in fase di lancio dell’iniziativa.
Suona, infine, come una chiara e forte condanna, quasi senza appello, dell’amministrazione comunale uscente e del suo sindaco, anche se essi non vi vengono mai nominati.
Il secondo (“RiCostituente per Napoli”) si preoccupa invece di indicare alcune discriminanti e opzioni di fondo sia rispetto ai valori che alle scelte programmatiche della futura amministrazione. Si parla chiaramente di periferie e di disagio, di disuguaglianza e tutela dell’ambiente, per fare solo alcuni esempi.
Parecchi suoi sottoscrittori/proponenti (almeno una ventina sui 101) sono nomi ampiamente noti in città: segno che questo secondo documento ha avuto una fase e una base di elaborazione evidentemente più ampie ed approfondite del primo.
Il documento propone sicuramente un cambio di passo e un giro di pagina rispetto all’amministrazione De Magistris, ma non lo fa attaccando frontalmente l’attuale amministrazione, bensì dando per scontato che si sia esaurita la sua vicenda politica.
Cosa pensa, infine, il sottoscritto (per quello che può valere) di entrambe le iniziative?
Alcune valutazioni sono già emerse implicitamente, se non proprio esplicitamente, nel discorso che ho fatto fin qui. Ora, in conclusione, vorrei far notare alcune (a me pare abbastanza evidenti) contraddizioni presenti nelle due proposte:
- I due appelli si propongono entrambi la mobilitazione la più ampia possibile della società civile, ma intanto prefigurano, presentandosi distinti, già una spaccatura della società civile; e nulla lascia supporre che abbiano tentato (almeno tentato) un coordinamento ed una unificazione dei loro due percorsi;
- Il secondo appello fa riferimento al disagio e alle periferie; ma a quanto mi risulta nessuno degli illustri proponenti è espressione diretta di queste aree sociali; come a dire: per il disagio e le periferie vogliamo fare delle cose, ma ci pensiamo noi che con quel disagio e quelle sofferenze non abbiamo niente a che spartire;
- Entrambi gli appelli si fanno portavoce di istanze della società civile, ma intanto è a tutti ben noto che molti dei suoi sottoscrittori (specie del secondo) hanno svolto ruoli se non di diretto impegno quantomeno molto collaterali nella vicenda politico/istituzionale (Marco Rossi Doria è stato addirittura sottosegretario di governo);
- Di appelli simili ne abbiamo già visti molti in passato; questi due non rappresentano quindi una novità; già altri hanno fatto notare che l’esperienza civica che portò alla elezione di de Magistris nacque in fondo sotto la spinta di iniziative molto simili a queste: c’è quindi da essere quantomeno un po’ disincantati, se non proprio scettici, di fronte a quelle varate in questi giorni;
- I due appelli si rivolgono a platee che si vorrebbe quanto più ampie possibili, ma intanto si candidano già alla guida della mobilitazione che si mira a promuovere; come a dire, anche all’interno della società civile si prevedono e prefigurano due livelli: quelli che (come al solito!) guidano il processo e quelli che tutt’al più sono invitati, sollecitati a dare una mano, una collaborazione.
In ogni caso, come già hanno detto altri commentatori, benvenute di qui fino alla primavera prossima tutte le iniziative, come queste due di cui sopra, che ci spingeranno a ragionare, a discutere, a confrontarci e ad agire in vista della così importante scadenza elettorale del prossimo anno!
Ma sia consentito quantomeno un qualche disincanto, se non proprio scetticismo, sui loro esiti. Almeno in questi due casi.
© Giovanni Lamagna