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"Corriere della sera", "L'aria che tira", 5 Stelle, alternativa, élite, Bini Smaghi, capo del governo, consultazioni, democrazia, flat-tax, grillini, Italia, Loredana De Petris, Massimo Franco, pandemia, politica, politici, poteri, pregiudiziali, progressività delle tasse, Recovery-plan, Vittorio Feltri, Zingaretti
Diario di una crisi (3)
5 febbraio 2021
h.11,46: Bini Smaghi a “L’aria che tira” sta parlando del Revocery-plan come se fosse una faccenda tutta tecnica e niente affatto politica.
Ci è o ci fa?
Voi cosa pensate?
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h. 11,50: Vittorio Feltri: il fatto che i grillini abbiano preso alle ultime elezioni il 30% dimostra che anche in Italia ci sono tanti cretini.
Ha dimenticato di dire che ci sono anche tanti cretini che non votano i 5 Stelle.
A cominciare da Vittorio Feltri, che ha dimostrato in tante occasioni di essere un cretino.
Anzi, un cretino emerito!
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Non ci sono dubbi, è un dato di fatto, che a governare (anzi a comandare) nel mondo (e da che mondo è mondo) siano le élite.
E non sempre (anzi quasi mai) nel significato nobile del termine.
Ma questo vuol dire che la democrazia (letteralmente “governo del popolo”; quindi non delle élite) non è mai esistita nella storia e non esiste in qualche luogo oggi.
E allora? Cosa significa ciò? Che bisogna rassegnarsi a che continui ad essere sempre così, anche in futuro, come teorizzano alcuni “illustri” pensatori?
“That is not alternative”? Come diceva la buon’anima?
Io non mi rassegno. E continuo a pensare, a sperare e (per quel poco che sono capace) a lottare perché non continui ad essere così. Dappertutto e in eterno.
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h. 17,13: Per me non basta uscire dalla pandemia. Anche se questo ovviamente è necessario, basilare.
E’ importante anche come se ne esce. Perché da questa tragedia si può uscire in avanti o all’indietro, migliori o peggiori.
Io starò dalla parte di coloro i quali lavoreranno per farci uscire diversi e migliori da come siamo entrati in questo tunnel epocale.
Mi pare che l’intervento fatto da Zingaretti poco fa, all’uscita dalle consultazioni con Draghi, sia abbastanza vicino all’ottica che auspico io.
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Vedo che molti commentatori (faccio un solo nome: Massimo Franco, editorialista del “Corriere della sera”) auspicano con insistenza (persino un po’ petulante) un governo ecumenico (“ut unum sint”) che, al di fuori delle migliori intenzioni, è nei fatti irrealizzabile.
Perché, come ha detto bene Loredana De Pretis, a meno che questo governo non voglia votarsi all’inazione, dovrà fare delle scelte. Scelte politiche e non semplicemente tecniche!
E, quando le opzioni sono molto diverse, anzi in certi casi opposte, come si potrebbero esse conciliare, se il governo Draghi dovesse imbarcare un po’ tutti e tutte?
Che significa affermare che tutti devono far cadere le loro pregiudiziali?
Ci sono pregiudiziali sui contenuti minimi che nessuna forza politica può far cadere del tutto.
Anche se compri un fiore – ha detto la De Pretis – devi scegliere: non puoi comprare allo stesso tempo una rosa e un garofano: o compri la rosa o compri il garofano.
Così – mi pare – non puoi mettere insieme chi chiede (per fare un solo esempio) l’appiattimento delle tasse per tutti e chi chiede l’accentuazione dell’attuale progressività delle tasse.
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La politica è bella, appassionante.
Nonostante i politici spesso facciano schifo.
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In genere diffido di coloro che arrivano troppo in alto nella scala dei poteri.
E indubbiamente Mario Draghi è arrivato a ricoprire molteplici incarichi di grande potere.
Ma questo non mi fa essere prevenuto nei suoi riguardi: vediamo cosa farà come capo del governo; se riuscirà a formarlo.
© Giovanni Lamagna