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Diario politico (133)

di Giovanni Lamagna

mercoledì 20 aprile 2016

Adesso Renzi vorrebbe farci credere che il fenomeno della corruzione in Italia non sarebbe poi tanto reale e, meno che mai, diffuso, quanto piuttosto figlio della disinformazione massmediatica, della mania di protagonismo dei giudici e della vera e propria delinquenza di chi su questo fenomeno ha soffiato per costruire fortune politiche.

I cosiddetti “corrotti” in Italia oggi nella maggior parte dei casi sarebbero in realtà delle brave persone, “povere” vittime di persecuzioni giudiziarie e di gogne mediatico/politiche.

Chissà allora perché lo stesso Renzi ha istituito un’autorità apposita, incaricata di combattere la corruzione, incarnata dalla figura onnipresente e (pseudo)carismatica di Raffaele Cantone! Forse si è già pentito di questa scelta fatta appena pochi mesi fa?

Di fronte alle ultime dichiarazioni del nostro ineffabile (e sempre più arrogante) Presidente del Consiglio, l’impressione forte è che siamo alla chiusura di un cerchio, dopo la stagione di Mani pulite durata più di 30 anni. Che si stia finalmente realizzando oggi in Italia quello che non era (del tutto) riuscito nemmeno agli ex DC, a Craxi e a Berlusconi.

Anche per questo diventa sempre più chiaro che ci troviamo in presenza di una vera e propria svolta politico/criminale autoritaria in questo paese. Pericolosa, anzi tragica, forse (o senza forse) simile a quella che si realizzò in Italia nei primi anni venti. Più subdola e strisciante, ma non meno tragica.

Il tentativo di normalizzare la magistratura e sdoganare la corruzione, quantomeno minimizzandola (sarà un caso che ieri Giorgio Napolitano ha dichiarato che è venuto il momento di porre finalmente un limite alle intercettazioni?), si salda con una riforma della Costituzione che tende in modo mirato e intenzionale a rafforzare l’esecutivo a discapito del Parlamento e della stessa partecipazione popolare alla vita politica (chi si interessa del fenomeno sempre più in crescita dell’astensionismo elettorale, chiaro segno di una disaffezione verso la democrazia?).

Noi cittadini avremo, però, l’occasione a breve di fermare e invertire questo tentativo, se usciremo da una specie di letargo nel quale siamo caduti in questi ultimissimi anni, dopo la fine dell’era Berlusconi, quando ci siamo (forse) illusi che il peggio era passato.

A ottobre andremo a votare per confermare o meno la riforma costituzionale del governo Renzi/Boschi. Sarà questa l’occasione per fermare la deriva affaristico/autoritaria oggi in atto.

Giovanni Lamagna