Diario politico 135
di Giovanni Lamagna
27 aprile 2016
Dialogo tra due amici attorno a Renzi.
Nel mio 133° “diario politico” svolgevo delle considerazioni sulle ultime dichiarazioni di Renzi in materia di corruzione. Tra le altre cose scrivevo: “… diventa sempre più chiaro che ci troviamo in presenza di una vera e propria svolta politico/criminale autoritaria… Pericolosa, anzi tragica, forse (o senza forse) simile a quella che si realizzò in Italia nei primi anni venti. Più subdola e strisciante, ma non meno tragica.”
Un mio amico, Antonio Esposito, che mi legge spesso e spesso commenta i miei scritti, ha subito così replicato a questa mia affermazione:
“Renzi novello Mussolini… questa è proprio grossa! Quanto alla Costituzione sono decine di anni che si tenta di riformarla, anche Berlinguer parlava di riformarla nella seconda parte. E che sarà mai se i senatori non saranno la copia dei deputati!”
Da qui è nata una fitta corrispondenza, che rendo pubblica, perché la ritengo di un qualche interesse “pubblico”, quindi politico.
Così ho replicato, in prima battuta, al mio amico:
Lo so che può sembrare grossa. Si dà il caso, però, che anche nel 1922, quando Mussolini ascese al potere, moltissimi, anzi i più, sottovalutarono vistosamente la sua pericolosità democratica.
In secondo luogo, io penso che la storia non si ripeti mai uguale. Ci possono essere delle analogie, mai delle perfette ripetizioni. Quindi è del tutto ovvio che Renzi non sia Mussolini. Come, d’altronde, (converrai) non lo era Berlusconi.
Quello di cui stiamo ragionando è se in Italia stiamo andando verso una forma di governo autoritario. La mia risposta a questa domanda è che, non solo in Italia, ma in tutta Europa e perfino nel mondo, stiamo andando verso forme di governo sempre più autoritario, cioè verso forme di governo funzionali agli interessi delle grandi multinazionali e della grande finanza.
Tu, come tanti, vedo, sottovaluti questa deriva. Mi auguro che abbia ragione tu. Ma temo (purtroppo!) che abbia ragione io.
Quanto alla riforma della Costituzione, nessuno si straccerebbe le vesti di fronte a un suo aggiornamento, dopo quasi 70 anni. Se essa avvenisse in coerenza con i suoi principi ispiratori. Il problema è che la si vuole modificare proprio in contrasto con quei principi.
Anzi certi cambiamenti sono già avvenuti di fatto, in quella che si definisce “la costituzione materiale”. Ben prima che ci fossero anche i cambiamenti formali, che sono stati approvati dal Parlamento pochi giorni fa. E a questi cambiamenti c’è stata una opposizione fin troppo debole.
Ma forse i popoli ogni tanto hanno bisogno di sperimentare sistemi autoritari, per potersi accorgere (tardi però) di che cosa avevano perso, senza rendersene al momento manco conto.
Un caro saluto!
Giovanni
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Non condivido, la tua analisi mi sembra esagerata e propagandistica. Capirei se tu parlassi di un governo conservatore, ma autoritario proprio no. Il fascismo si affermò con la violenza degli squadristi, con la complicità della monarchia e dell’esercito, tutte cose che oggi non esistono. Anzi il governo è attaccato ogni giorno da tutte le parti, potrebbe fare meglio certo, non è il migliore dei governi possibili, è pur sempre un governo ibrido, sinistra più centrodestra. Ma si è stati molto più clementi con Berlusconi che con Renzi (vedi sindacati).
Antonio
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Caro Antonio,
mi è del tutto evidente che io e te la pensiamo molto diversamente su Renzi.
Io, ad esempio, penso che quello di Renzi sia un governo decisamente conservatore, nel senso che sta schierato con i poteri forti (vedi Marchionne) e contro i lavoratori (vedi come tratta i sindacati, perfino questa monnezza di sindacati, così morbidi e acquiescenti). E già questo mi basterebbe per essergli contro.
Ed è poi un governo che si avvia a diventare autoritario. Quando ci saranno le prossime elezioni, se si dovesse votare con l’Italicum, potremmo avere un governo espressione di un partito che, avendo preso anche solo il 30% (o addirittura meno) al primo turno e vinto il secondo, conquisterebbe il 54% dei seggi. Non sarebbe forse questo un governo autoritario? Al confronto dell’Italicum la famosa “legge truffa” degli anni ’50 era molto più democratica.
Non è detto che oggi per diventare autoritari bisogna ricorrere agli squadristi e alle violenze fisiche. Basta la paura sui posti di lavoro, il ricatto del lavoro che non c’è, la grave crisi economica di cui non si vede via di uscita, la endemica disaffezione alla politica, per altro incentivata e non certo combattuta. E avere il grosso del sistema dell’informazione dalla tua parte.
I sindacati hanno trattato Berlusconi meglio di Renzi? Ma di quali sindacati stai parlando? A parte che oramai i sindacati in Italia non esistono più, io non mi sono minimamente accorto della opposizione di cui tu parli. C’è stata una loro opposizione al governo Renzi? Forse viviamo in due paesi diversi!
Infine, per me questo non è un governo di sinistra più centrodestra, come dici tu. E’ molto più semplicemente un governo di centro destra, che sta attuando quello che a Berlusconi non era riuscito. E’ un puro caso che Alfano e, perfino, Verdini si siano staccati da Berlusconi e appoggino il governo Renzi?
Con amicizia immutata!
Giovanni
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Non mi convinci …A trovarlo un partito del 30%! E se fosse il M5s sarebbe tutto democratico? In Francia con molto meno si elegge il Presidente di una Repubblica presidenziale e nessuno osa parlare di autoritarismo e di dittatura. Le parole hanno un peso! Alfano, Verdini e perfino Berlusconi hanno appoggiato i governi Monti e Letta, loro sì che hanno fatto piangere lavoratori e pensionati (Fornero) e nessuno ha fiatato. Renzi qualcosa di sinistra lo ha fatto e lo sta facendo!
Antonio
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Caro Antonio,
ma io non ho nessuna pretesa di convincerti. Si discute per il piacere di discutere e di confrontare opinioni.
Guarda che in base all’Italicum, in teoria, si potrebbe andare al ballottaggio anche con il solo 20% dei voti e poi al secondo turno vincere e quindi accaparrarsi il 54% dei seggi in Parlamento. Ti sembra democratica una legge simile? A me no!
E non è democratica, a prescindere da chi risulterà vincitore, fosse pure (per assurdo) la sinistra di Fratoianni e Fassina. Io non sono fazioso. Spero che almeno di questo tu possa darmi atto.
Il fatto che in altri paesi vigano leggi elettorali più o meno simili (ma nessuna uguale, mi pare) non mi fa dire che quelle leggi sono democratiche. Sono tendenzialmente autoritarie anche quelle. Specie quella inglese, dove teoricamente può conquistare più seggi in Parlamento addirittura un partito che prende meno voti di un altro. Assurdo!
Io mi sono opposto anche ai governi Monti e Letta. Quindi non sono accusabile di essere antirenziano per partito preso. Questa obiezione almeno me la potevi risparmiare!
Giovanni
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Non hai risposto, hai solo riaffermato le tue convinzioni. L’Italicum garantisce stabilità, elimina i ricatti pre e post elettorali di partitini che gli elettori hanno rifiutati. Due governi Prodi, se non ricordo male , sono caduti grazie ai ricatti di Rifondazione. Meglio il governo del 20% piuttosto che il ricatto del partito del 2%. Secondo te, se non ci fosse bisogno di Alfano, il Pd farebbe la stessa politica? Certo che no!
Antonio
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Caro Antonio,
francamente non capisco a che cosa non avrei risposto. Di solito scrivo avendo davanti il testo del mio interlocutore e seguendo il suo canovaccio. Ho fatto così anche questa volta con te. A quale tuo argomento non avrei replicato?
Capisco la questione dei piccoli partitini che ricatterebbero i grandi. A questo argomento rispondo che sono d’accordo per stabilire una soglia minima di accesso al Parlamento. E’ l’unica concessione che sono disposto a fare ad una logica maggioritaria che si oppone al proporzionalismo, considerato (a torto, a mio avviso) la fonte di tutti i mali. Una soglia del 4/5%, come esiste in Germania.
Tutti gli altri sistemi elettorali per me sono sostanzialmente antidemocratici, perché pretendono di risolvere con meccanismi di ingegneria istituzionale questioni che attengono alla frammentazione sociale e che quindi su questo piano vanno risolti, non sul piano istituzionale.
I governi Prodi non sono caduti (anche su questo evidentemente abbiamo opinioni diverse) per i ricatti di Rifondazione, ma perché Prodi semplicemente non voleva tener conto di nessuna delle istanze che portava avanti Rifondazione (che allora non era un partitino di infima consistenza, ma viaggiava su percentuali del 7/8%). Se un partito che sta in una coalizione si deve limitare semplicemente a dire sì alla politica del partito più forte, dimmi tu allora a cosa serve una coalizione?
Prodi portava avanti (come fanno da sempre i conservatori) la politica dei due tempi: prima risaniamo il bilancio, poi distribuiamo il reddito. Solo che (come per tutti i conservatori) il primo tempo non finiva mai e il secondo era rimandato sempre. Come poteva Rifondazione accettare di dissanguarsi in un governo simile?
La tua affermazione “Meglio il governo del 20% piuttosto che il ricatto del partito del 2%” svela, fino in fondo e in maniera plateale, la natura autoritaria del processo in atto, che ha fatto evidentemente presa anche in persone come te. Il tuo era esattamente il pensiero che prevalse nel 1924 (anche tra sinceri democratici) quando fu approvata la legge Acerbo.
Un governo autoritario, se non proprio una dittatura, è esattamente questo: il governo di una minoranza sulla maggioranza.
“Secondo te, se non ci fosse bisogno di Alfano il Pd farebbe la stessa politica? Certo che no.” – dici tu. Io invece dico: “Certo che sì!” Il PD ha scelto l’alleanza con Alfano (e, perfino, con Berlusconi) perché sulle cose fondamentali (lavoro, scuola, pensioni, politica estera…) la pensano allo stesso modo. Sei tu che vuoi illuderti che non sia così.
Una vera svolta in questo paese non può quindi passare che per una sconfitta del PD. E questa ha bisogno di una soluzione dell’equivoco PD, cioè di una sua implosione, che io prevedo a non lunghissima distanza (e di solito non brillo per ottimismo).
Giovanni
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Qual è l’alternativa al Pd ? Oggi, non in un futuro di là da venire. Indicami un partito in grado di governare oggi in Italia alternativo al Pd e lo voterò. I cinque stelle ti sembrano un partito di governo? Loro sì che hanno tendenze semi fasciste…Di Maio presidente? Concretezza Giovanni…concretezza…!
Antonio
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Carissimo Antonio,
mi meravigliavo che fino ad ora non mi avevi ancora posto una tale obiezione: qual è l’alternativa al Pd ?
Se ci rifletti, anche qui, il tuo pensiero è molto simile a quello che dovette prevalere nella testa di molti sinceri democratici quando in Italia si profilò l’avvento al potere del fascismo e in Germania quello del nazismo. Quale alternativa al fascismo e al nazismo per uscire dal caos nel quale l’Italia e la Germania erano precipitati?
Ci furono (per fortuna) quelli che non la pensarono così ed anche se non avevano l’alternativa pronta si misero al lavoro (addirittura dalla clandestinità) per prepararla.
A distanza di tanti anni da quel periodo storico, chi credi che abbia fatto a suo tempo la scelta più giusta? I primi o i secondi?
Giovanni
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Mi dispiace, caro Giovanni, ma per me le due situazioni non sono per nulla comparabili. Non siamo alla vigilia di un nuovo fascismo.
Tu credi veramente che io sia soddisfatto di come vanno le cose? di questo governo? di Renzi che allarga sempre più la sua maggioranza a destra? della corruzione che continua?
Lo considero il male minore rispetto a Berlusconi, a Salvini, e a Grillo. Non vedo alternative, anche perché ci troviamo davanti un Parlamento peggiore del governo, Come non vedo forze a sinistra in grado e con la voglia di governare questo paese, ma semplicemente persone che difendono il loro orticello e le loro poltrone.
Anche se iscritto al Pd, conservo la mia piena autonomia di giudizio come ho fatto per il referendum sulle trivelle, sono vicino al gruppo critico del Pd ma sul referendum istituzionale sto con Renzi, anche perché non ci troviamo più di fronte al parlamento costituente o del primo dopoguerra, ma di fronte ad una casta di privilegiati che si sono dati stipendi milionari, regole e leggi a loro uso e consumo.
Tu mi parli di autoritarismo e quasi dittatura del governo, io ti parlo di oligarchia di una classe – casta dirigente che il popolo schifa, sinistra estrema compresa.
I cinque stelle crescono perché la sinistra, anche la tua sinistra, non ha detto e fatto nulla per eliminare questi privilegi anche e nonostante la crisi. Spesso di fronte a timidi tentativi del governo di ridurre il potere della casta, anche la tua sinistra, che gode di stipendi milionari e di vitalizi dorati ha gridato :attacco alla democrazia!
Attenzione, a me pare proprio che dal populismo dei cinque stelle possa venire un attacco alla democrazia se andassero al governo. Non è un caso che personaggi di primo piano di questo movimento, come Di Maio e Di Battista, sono figli d’arte e vengono sicuramente da destra. Con affetto!
Antonio
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Caro Antonio,
chiarisco ancora meglio : io non penso che siamo alla vigilia di un nuovo fascismo; come ti ho già scritto in precedenza, io non penso che la storia si ripeta, meno che mai in forma esattamente uguale. Penso che ci troviamo in una fase di autoritarismo strisciante e nuovo, ma dalle caratteristiche abbastanza chiare e quindi inequivocabili, che tende sempre più a consolidarsi, a partire dal mondo del lavoro, quindi dell’economia, per arrivare alle forme e istituzioni della politica.
E questo non solo in Italia, ma anche nel resto dell’Europa e, forse, del mondo. E’ l’economia globale, forse, che lo richiede, anzi lo impone.
E, al momento almeno, non ci sono le forze sociali e politiche, in grado di contrastare questa deriva. Ci sono solo quelle che lo assecondano, forse perché sperano ognuna di trarne dei vantaggi maggiori di quanto possano ricavarne le altre. E il PD si è posto sin dalla sua origine tra queste. Le altre (quelle che provano a contrastarla) sono piccole, minoritarie e sparpagliate, disordinate e confuse. Almeno per ora.
Mi fa piacere (e questo non fa che confermare l’idea che io ho di te: cioè di una persona intelligente e onesta) che anche tu non sei soddisfatto di come vanno le cose. E allora, se è così (e io ti credo), dovresti dirlo più forte (“quello che avete da dire gridatelo dai tetti”) e non apparire (come sei apparso anche a me nelle cose che hai scritto in precedenza) come un fan di Renzi.
Dovresti dire con più forza e chiarezza che Renzi e il suo governo non sono esattamente quello di cui oggi l’Italia avrebbe bisogno. Come (certamente) non lo erano Berlusconi, Monti e neanche Letta.
Dici di conservare la tua piena autonomia pur essendo iscritto al PD. E io ti credo. Ma allora esercitala fino in fondo questa autonomia. Non apparire (ad esempio, agli occhi di uno come me) quale difensore di ufficio del PD. Di fronte alle mie considerazioni sulle dichiarazioni di Renzi post referendum hai contestato me e non Renzi. Pur avendo votato come me e non come Renzi.
Vuoi, invece, votare sul referendum confermativo delle riforme costituzionali come Renzi e non come me, pur essendo consapevole che queste riforme sono uscite non da un’assemblea costituente, come nel primo dopoguerra, e neanche da un Parlamento legittimamente eletto (ricorda la sentenza del gennaio 2014 della Corte Costituzionale) ma addirittura da “una casta di privilegiati…sinistra estrema compresa”. Come farai allora a votare una riforma (?) uscita dalle mani di una tale risma di personaggi poco raccomandabili? Non vorrei essere nei tuoi panni!
Scrivi: “I cinque stelle crescono perché la sinistra, anche la tua sinistra, non ha detto e fatto nulla per eliminare questi privilegi anche e nonostante la crisi. Spesso di fronte a timidi tentativi del governo di ridurre il potere della casta, anche la tua sinistra, che gode di stipendi milionari e di vitalizi dorati ha gridato :attacco alla democrazia!”
Sottoscrivo pienamente. Con due sole precisazioni: 1) dei timidi tentativi del governo Renzi di ridurre il potere della casta non mi sono accorto; 2) non parlare più di “mia sinistra”, perché io da tempo non mi riconosco più in questa sinistra e non la bazzico più; ho avuto solo una breve esperienza in Sel ai suoi inizi, all’atto della sua fondazione con Vendola, perché mi ero illuso che costituisse una vera novità; da quando quell’illusione è caduta, non appartengo più a quella sinistra e non voto (né voterò in futuro) neanche più per essa.
Sul M5S io ho un giudizio meno drastico di te. Certamente non mi esprime (né culturalmente, né politicamente) e non potrei mai essere un loro attivista. Ma non escludo che alle prossime elezioni politiche li voterò. Perché in questo momento esprimono (al di là delle loro indubbie e anche gravi contraddizioni) un’esigenza (legittima e perfino sacrosanta) di rottura dell’attuale quadro politico. Forse a questo punto condizione unica (anzi necessaria) perché possa nascere qualcosa di davvero nuovo.
Qualora ovviamente il M5S, una volta andato al governo, si rivelasse per quello che tu temi, e cioè un Movimento decisamente di destra, allora ne diventerei uno strenuo oppositore. Ma penso che molti attuali sostenitori del M5S, anche tra quelli più attivi e convinti, lo abbandonerebbero e ne diventerebbero oppositori.
Con affetto ricambiato!
Giovanni
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Non replico più, le distanze politiche tra noi non sembrano colmabili. Questo
Parlamento di prezzolati non avrebbe mai approvato la riforma; e non per amore della democrazia, ma solo per paura di andare a casa. L’ha subita, ma ora la parola passa al popolo sovrano. Il M5S? …mi spieghi che cosa vogliono? Qual è il loro vero programma economico? La loro politica estera? A me il loro qualunquismo, la superficialità delle loro tesi fanno paura. A me ,alla mia età, non interessa stare all’opposizione sempre di qualcuno, aspettando che arrivi il paradiso in terra. Interessa dare, anche se piccolissima, una spinta concreta affinché le cose cambino.
Antonio
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Caro Antonio, anche io penso che ci siamo detti abbastanza e che le nostre rispettive posizioni politiche siano emerse con la massima chiarezza. “Incolmabili”? Non so. Sarà il prossimo futuro a dirlo. Ancora una replica, però, alle ultime tue affermazioni.
Questo “Parlamento di prezzolati” avrebbe fatto bene a non approvare nessuna riforma. Avrebbe almeno avuto un rigurgito di dignità. Avrebbe fatto bene a sciogliersi subito dopo la sentenza della Suprema Corte del gennaio 2014, che lo aveva (nei fatti) dichiarato illegittimo.
Si sarebbe così andati a nuove elezioni con un sistema proporzionale (secondo la legge elettorale di fatto uscita dalla sentenza della Corte) e il nuovo Parlamento, espressione di tutte le realtà politiche oggi presenti nel paese (senza nessuna discriminazione legata al sistema maggioritario), avrebbe potuto ragionare e deliberare (legittimamente) su una riforma della Costituzione.
Questo “Parlamento di prezzolati” non era legittimato a farlo. E basterebbe, a mio avviso, già solo questo argomento per votare contro la “deforma” Renzi/Boschi nel referendum confermativo di ottobre prossimo.
Il M5S è, senza alcun dubbio, un movimento ambiguo, populista e per molti aspetti demagogico. Non ho nessuna difficoltà a riconoscerlo. Ma è anche il figlio di questo quadro politico e allo stesso tempo una reazione ad esso. In qualche modo necessaria, inevitabile.
- Ci sono di esso cose che si possono condividere e altre decisamente da respingere. In questo momento, forse, la sua funzione è (come a Napoli con de Magistris) quella di “scassare”, piuttosto che di costruire.
Agli uomini esclusivamente di ordine questo (mi rendo conto) non può che ripugnare. Ad un uomo come me, che ama certamente (anche) l’ordine, ma non solo e non in primo luogo l’ordine, ad un uomo come me che ama unicamente l’ordine che deriva dalla pulizia e soprattutto dalla giustizia e dall’uguaglianza, il caos non fa solo paura, ma in certi momenti appare come la condizione necessaria, anzi indispensabile, per far nascere un nuovo ordine.
In questo mi considero un fervente nietzschiano: “Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi”.
Il tuo amico Giovanni