Tag
"Italia viva", 5 Stelle, Azeglio Ciampi, banche, banchieri, Bonino, Calenda, centro, contenuti, destra, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Giuseppe Conte, governo del Presidente, istituzioni, Lamberto Dini, LeU, Mario Draghi, Mario Monti, Matteo Renzi, mediazione, ministri, palazzo Chigi, Parlamento, PD, Presidente del Consiglio, rottura, sinistra, voto di fiducia
Diario di una crisi (2)
3 febbraio 2021
Sul piano tattico credo siano sbagliati sia un “no” pregiudiziale a Draghi che un “sì” pregiudiziale.
Io andrei a vedere e poi valuterei.
…………………………………………….
Ma adesso per “Italia viva” (che ha detto subito “sì” a Draghi, ancora prima di andare a sentirlo) non è più importante discutere prima dei contenuti?
Si dà a Draghi un appoggio a prescindere dai contenuti che proporrà?
…………………………………………
Lo vedo difficile un accordo sui contenuti tra forze che ieri sera hanno rotto sui contenuti.
O la rottura di ieri sera non è avvenuta sui contenuti?
……………………………………
4 febbraio 2021
Ma fusse che fusse vero che in Italia comandano (e, quindi, governano) davvero le banche (e, quindi, i banchieri)?
Ogni volta che si è dovuto scegliere un tecnico, al posto di un politico, come Presidente del Consiglio, si è fatto ricorso ad un banchiere: prima Azeglio Ciampi, poi Lamberto Dini, quindi Mario Monti (che non era certo estraneo al mondo della finanza) e adesso Mario Draghi.
Guarda un po’!!!
……………………………………
Il governo del Presidente non contratti i ministri e il programma con le forze politiche; le consulti soltanto (per galateo istituzionale) e poi si assuma le sue responsabilità: vada in Parlamento e chieda il voto di fiducia.
Questo sarebbe un vero governo del Presidente; altrimenti non lo sarà; sarà un ibrido!
……………………………………..
Se si vuole fare davvero un governo istituzionale o, come si suole dire, “del Presidente”, allora che sia istituzionale o “del Presidente” fino in fondo!
Cioè senza ministri politici, ma solo ministri “prestati” dalle Istituzioni.
………………………………
All’uscita dalle consultazioni con Draghi tutte le forze politiche pongono la questione dei temi. E secondo me è naturale, persino ovvio.
Allora, mi chiedo ancora una volta, come farà Draghi a mettere d’accordo contenuti confliggenti come quelli di Destra e quelli di Sinistra, quando si è arrivati alla crisi del governo Conte, perché non si è trovato l’accordo nemmeno tra il Centro e la Sinistra?
………………………………..
A questo punto sono contento che ci provi Draghi.
Così si vedrà, risulterà plastico, eclatante, quanto sia tremendamente duro e complicato il mestiere di Presidente del Consiglio.
Quanto sia difficile e complicato trovare un punto di mediazione tra diverse (e a volte opposte) posizioni politiche. A maggior ragione in una fase drammatica come quella attuale.
Anche se ci si chiama Draghi e si ha il suo curriculum professionale ed istituzionale.
…………………………
Ieri sera la quasi unanimità dei commentatori, ben prima che si avviassero le consultazioni, dava per scontata la formazione del governo Draghi.
A mio avviso, molto superficialmente.
Adesso che le delegazioni politiche cominciano a sfilare all’uscita da palazzo Chigi, dopo essere state consultate dal Presidente del Consiglio incaricato, ci si incomincia a rendere conto che l’esito del mandato a Draghi non è affatto scontato.
Perché i contenuti programmatici portati avanti dalla varie forze politiche consultate sono i più vari e, in alcuni casi, addirittura opposti.
Come se ne uscirà? Mi confermo nel giudizio che già davo ieri: la vedo dura per Draghi!
………………………..
Se pure si farà (e su questo continuo ad avere molti dubbi), mi pare (ad occhio e croce) che questo di Draghi sarà (dal punto di vista del colore e del taglio politico fondamentale) il governo di FORZA ITALIA VIVA e (soci di minoranza) Calenda e Bonino.
Con l’appoggio (a latere, praticamente da comprimari) di PD, 5 Stelle, LeU e Lega.
E l’astensione di Fratelli d’Italia.
Roba da suicidio politico per 5 Stelle, PD, Lega e LeU!
………………………………..
Io do a Mario Draghi una sola chance.
Quella di farsi selezionatore imparziale e autorevole di una squadra (di governo), utilizzando ovviamente nel miglior modo e nei diversi ruoli i giocatori a disposizione.
In questo senso non potrà non tener conto, quindi, dei valori (pardon, dei rapporti di forza!) a disposizione, che Renzi (lo ha abbondantemente dimostrato, tanto è vero che su questo ha fatto scoppiare la crisi) non era disposto ad accettare con il precedente “selezionatore”, Giuseppe Conte.
Sarà disposto Renzi a rispettare le decisioni del nuovo selezionatore, a lui per ora (ma per ora) molto gradito, anche quando questi gli dovesse riconoscere un ruolo secondario in squadra (e non vedo come potrebbe fare altrimenti) o lo dovesse mettere addirittura in panchina?
………………………………..
Tutti, in questi ultimi giorni, ad esaltare “il capolavoro politico” di Matteo Renzi, considerato senza alcun dubbio il vincitore delle contesa con Conte e il grande playmaker dell’operazione Draghi a palazzo Chigi.
Io però, se fossi nei panni di Draghi, non mi sentirei tanto tranquillo ad avere il rottamatore per antonomasia come principale sponsor del governo che sta cercando di formare.
Renzi è, infatti, colui che, quando divenne segretario del PD, mentre Enrico Letta era Presidente del Consiglio, gli disse “Enrico, stai sereno” e gli assicurò lunga vita politica.
Ma, dopo pochi mesi, gli sfilò da sotto al sedere la poltrona di premier, affermando, da segretario del PD, che Enrico Letta non si stava rivelando all’altezza del ruolo che ricopriva.
Renzi è anche colui, che un anno mezzo fa, quando era ancora nel PD, propose (e quasi impose) il sostegno al governo M5S-PD a presidenza Conte, quando Zingaretti e molti nel partito erano molto dubbiosi ed incerti.
E abbiamo visto tutti in questi giorni come è finita…
© Giovanni Lamagna